Proposte escursionistiche • Sentieri Svizzeri Home

1664 sono state trovate delle voci
Sulle tracce dei fossili Nr. 2256
Meride, Paese — Serpiano (funivia) • TI

Sulle tracce dei fossili

Alla scoperta del Monte San Giorgio, Patrimonio mondiale UNESCO, attraverso un itinerario che collega i siti culturali di Meride, Tremona e Arzo. Questo percorso unico permette di esplorare località di scavo paleontologico, l’antico splendore di Meride, le Cave di Arzo, antichi insediamenti e panorami mozzafiato, immergendosi nella natura e nella storia di questa affascinante regione. Il percorso inizia a Meride, punto di partenza ideale per esplorare il Monte San Giorgio, per proseguire attraversando il Parco archeologico di Tremona e le Cave di Arzo corredate di pannelli didattici. L’itinerario continua toccando punti di grande rilevanza storica e scientifica, come la terrazza panoramica della Val Mara, lo stabilimento di Camino Spinirolo, lo scavo di Acqua del Ghiffo e l’Aula di Carpanee, per poi terminare alla Miniera Tre Fontane. Lungo il cammino, i punti informativi e i portali interattivi, accessibili tramite l’app MSG Triassic Park, propongono esperienze immersive in realtà aumentata e video a 360°, offrendo ai visitatori la possibilità di fare un balzo indietro nel tempo e immergersi nel mare preistorico, scoprendo i segreti custoditi da questo straordinario territorio.
Sentiero del Monte San Giorgio Nr. 2255
Tremona — Meride, Paese • TI

Sentiero del Monte San Giorgio

Il Monte San Giorgio, Patrimonio mondiale dell’UNESCO, è un gioiello naturale e storico conosciuto in tutto il mondo per i suoi reperti fossili risalenti al Triassico Medio. Il percorso inizia al Parco archeologico di Tremona, dove è possibile visitare un antico villaggio medievale indossando occhiali 3D per immergersi nel passato. Proseguendo, si raggiunge Meride e il Museo dei fossili progettato da Mario Botta. In questi spazi è possibile ammirare reperti marini eccezionalmente conservati, che hanno reso questa zona celebre a livello mondiale e le hanno valso l’inserimento nel Patrimonio dell’umanità. Da Meride, seguendo un’ampia mulattiera all’ombra di un fitto bosco, si raggiunge poi, su terreno pianeggiante località Cassina. Il percorso prosegue in salita verso Forello. Qui, deviando leggermente, è possibile raggiungere la vetta del Monte San Giorgio (1097 m). L’ultimo tratto è piuttosto ripido, ma ne vale la pena: si gode di una fantastica vista. Ritornando verso il punto di partenza, il sentiero attraversa nuovamente boschi e prati, passando accanto alla chiesa di San Cristoforo, per quindi terminare nel luogo a Meride.
Sentiero del Monte Generoso Nr. 2254
Bellavista • TI

Sentiero del Monte Generoso

Un percorso che intreccia natura e storia in uno degli scenari più spettacolari del Canton Ticino. Dalla stazione intermedia di Bellavista, raggiungibile con il treno a cremagliera, il sentiero attraversa alpeggi pittoreschi e luoghi ricchi di tradizione, come le affascinanti nevère, antichi frigoriferi naturali utilizzati per la conservazione del latte. Seguendo il sentiero ad anello, ci si immerge in un paesaggio montano che culmina sulla vetta del Monte Generoso (1704 m), dove un panorama straordinario abbraccia la regione dei laghi e le Alpi, spingendosi dal Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino alla Jungfrau, fino al massiccio del Gottardo. Poco più in basso si staglia l’imponente Fiore di pietra, l’iconica creazione dell’architetto Mario Botta, che accoglie i visitatori con un ristorante e una sala espositiva. Un itinerario imperdibile per chi cerca il connubio perfetto tra natura incontaminata e tradizioni locali. La giornata può concludersi con un piacevole rientro a bordo dello storico treno a cremagliera, attivo dal 1890, che collega Capolago, sulle rive del lago di Lugano, alla vetta attraverso la pittoresca cornice montana del parco naturale del Monte Generoso.
Sentiero del Monte Bisbino Nr. 2253
Sagno, Paese • TI

Sentiero del Monte Bisbino

Il Monte Bisbino ha svolto un ruolo strategico durante la Prima guerra mondiale, quando furono costruite strade e imponenti fortificazioni, parte della Linea Cadorna, che ancora oggi testimoniano un passato ricco di storia. Seguendo la segnaletica dal nucleo di Sagno (693 m), si imbocca una suggestiva mulattiera che si arrampica tra castagni secolari, fino a raggiungere il cippo di confine in zona I Crusétt, dove sorge anche una storica garitta in legno. Da questo punto, il sentiero si trasforma in un dolce percorso attraverso un bosco di betulle e roverelle. Man mano che si sale, la vegetazione lascia spazio ai pascoli e il panorama si apre regalando una vista straordinaria sulle Alpi, la Valle di Muggio e il Monte Generoso. Da La Sèla, una salita di circa venti minuti porta alla vetta del Monte Bisbino (1325 m), in territorio italiano. La cima ospita il Santuario della Beata Vergine, un ristorante e una stazione meteorologica. In giornate limpide, il panorama è davvero spettacolare! Per il ritorno, il percorso riprende fino a La Sèla. Da qui, seguendo la strada forestale sulla destra della dorsale, si scende verso l’oratorio di San Martino e, in pochi minuti, si torna a Sagno.
Escursione nel Parco del Laveggio Nr. 2252
Stabio, Dazio Vecchio — Capolago, Posta • TI

Escursione nel Parco del Laveggio

Il Parco del Laveggio si snoda da Stabio a Riva San Vitale, seguendo il corso dell’omonimo fiume. In un territorio fortemente urbanizzato, questo percorso pedonale collega le ultime aree naturali rimaste, offrendo un’oasi di tranquillità che si estende dalle sorgenti del fiume a Stabio fino alla sua foce sul lago di Lugano, a Riva San Vitale. Facilmente accessibile con i mezzi pubblici, il parco rappresenta un luogo ideale per passeggiare, correre o semplicemente rilassarsi. Lungo il percorso, si attraversano zone di grande pregio naturalistico e si scoprono numerosi punti di interesse culturale. Per approfondire la conoscenza di questo parco sono stati preparati contenuti didattici accessibili tramite codici QR che raccontano interessanti dettagli sulla storia, la cultura e l’ecosistema locale. Percorrendo l’itinerario ufficiale dalla Chiesa di Santa Margherita a Stabio, si prosegue lungo un tracciato sterrato e pianeggiante che attraversa campi e boschi, passando per Ligornetto e Genestrerio. Proseguendo verso Rancate e Mendrisio, il paesaggio si fa più urbano, con il Laveggio che scorre tra fabbriche e infrastrutture viarie. La passeggiata termina alla foce del fiume a Riva San Vitale.
Paesaggi autentici della Valle di Muggio Nr. 2251
Scudellate, Paese — Castel S.Pietro, Obino • TI

Paesaggi autentici della Valle di Muggio

Un percorso che attraversa sentieri di montagna e strade panoramiche, che offre l’opportunità di esplorare i paesaggi autentici della Valle di Muggio e vivere un’esperienza immersa nella natura. L’itinerario inizia dal pittoresco villaggio di Scudellate, nell’Alta Valle di Muggio. Da qui si percorre una strada di montagna asfaltata, poco trafficata e panoramica, che sale dolcemente fino alla frazione di Roncapiano. All’Oratorio della Beata Giovanna Falconieri, il sentiero prosegue attraversando una piccola selva castanile, per poi arrivare in località Muggiasca. Da qui, il percorso scende attraverso un sentiero boschivo verso l’Alpe di Germania, un alpeggio oggi disabitato. Superati i prati di Pianspessa, con il loro caratteristico roccolo, il cammino diventa ancora più suggestivo. Una strada forestale porta, in circa 45 minuti, all’Alpe di Caviano (Albergo Diffuso Monte Generoso), un rifugio accogliente circondato da prati verdi con una magnifica vista sulle montagne circostanti (957 m). L’ultimo tratto verso Obino segue una storica mulattiera, che ricorda i tempi in cui queste antiche vie erano percorse dai pastori e dagli abitanti della zona.
Lungo il confine sud del Ticino Nr. 2250
Stabio, Madonnina — Chiasso • TI

Lungo il confine sud del Ticino

Questo itinerario, prevalentemente pianeggiante e adatto a tutta la famiglia, segue il confine meridionale del Mendrisiotto, tra boschi, campagne e vigneti. Perfetto per chi cerca una passeggiata lontano dal traffico. Il percorso inizia a Stabio, nei pressi di Gaggiolo, e prosegue lungo la linea ferroviaria. Poco dopo, le indicazioni del sentiero ufficiale conducono al fiume Gaggiolo, costeggiandolo fino alla Chiesa di Santa Margherita, lungo una piacevole strada di campagna, entrando così nell’area del Parco del Laveggio. Proseguendo, il tracciato conduce a un’aula didattica all’aperto, per poi aprirsi su vigneti storici in zona di Prella. Attraverso dolci paesaggi di boschi e campagne, il percorso risale verso Brusata di Novazzano, circondato da vigneti, prati e campi fino al Monte Morello. Da questo promontorio gli scorci sulla campagna circostante sono splendidi. Proseguendo si scende fino nel centro del nucleo di Novazzano. L’ultimo tratto del percorso costeggia il Parco del Penz fino a raggiungere la stazione di Chiasso.
Le valli del Monte Generoso Nr. 2249
Salorino, Municipio — Somazzo, Paese • TI

Le valli del Monte Generoso

Questo itinerario di media difficoltà propone la scoperta delle vallate del Monte Generoso attraverso storiche mulattiere, alcune delle quali iscritte all’inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera (IVS). Questo percorso attraversa imponenti boschi di faggi, antichi nuclei e offre panorami unici. Il percorso parte da Salorino, da dove si prosegue su strada asfaltata fino alla periferia del paese, per poi proseguire su terreno sterrato e pianeggiante e attraversare un suggestivo bosco fino a Campora. Poco dopo, la salita comincia su una vecchia mulattiera che si snoda tra i tornanti di un bosco di faggi, fino a raggiungere il piccolo nucleo di Cragno. Proseguendo, il percorso regala scorci spettacolari sulla vetta del Monte Generoso. L’Oratorio della Cascina d’Armirone (1100 m) offre un luogo di sosta ideale per ammirare il panorama. Dall’Osteria con alloggio la Peonia, il percorso scende lungo una vecchia mulattiera in direzione della stazione intermedia della Ferrovia Monte Generoso a San Nicolao. Dopo un breve tratto di strada forestale, si raggiunge l’Eremo di San Nicolao, un luogo di preghiera e ritiro spirituale, prima di proseguire la discesa verso Somazzo.
Itinerario dei parchi del Mendrisiotto Nr. 2248
Chiasso — Balerna, Piazza • TI

Itinerario dei parchi del Mendrisiotto

Un viaggio alla scoperta dei parchi naturali del Mendrisiotto e Basso Ceresio, per immergersi nella natura incontaminata. Questo percorso inizia nei pressi della stazione ferroviaria di Chiasso, dove la segnaletica ufficiale guida lungo paesaggi affascinanti e ricchi di storia. Attraverso boschi rigogliosi, colline di vigneti e punti panoramici mozzafiato, come dalla Terrazza Belvedere, si raggiunge il punto più a sud della Svizzera nel Parco del Penz. Lungo il cammino, è consigliato fermarsi per un pic-nic alla Sosta dal Fungiatt ed esplorare il Mulino del Daniello, un gioiello nascosto nel Parco della Valle della Motta. La seconda parte del percorso conduce da Mendrisio al Colle degli Ulivi e al nucleo storico di Corteglia, per poi entrare nel suggestivo Parco delle Gole della Breggia. Qui, le meraviglie geologiche e paleontologiche accompagnano i visitatori fino all’ex cementificio Saceba, con una tappa imperdibile al Mulino del Ghitello. Il cammino si conclude seguendo il sentiero verso Balerna, arricchito da paesaggi che raccontano la storia di questa straordinaria regione.
Giro della Valle di Muggio Nr. 2247
Bruzella, Paese • TI

Giro della Valle di Muggio

Camminando tra selve castanili, graa, mulini ad acqua e roccoli, alla scoperta della Valle di Muggio, la vallata più a sud della Svizzera, il percorso illustra il paesaggio, la realtà e le tradizioni tutt’oggi intatte della regione: un autentico museo all’aria aperta. A soli 15 minuti da Mendrisio, l’incantevole paesino di Bruzella (593 m) è il punto di partenza e di arrivo del percorso. Dal centro del borgo, una vecchia mulattiera conduce al fondovalle scolpito dal fiume Breggia, dove si trova il Mulino di Bruzella, un’antica macina restaurata e ancora funzionante. Risalendo verso Cabbio, si raggiunge il Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM), custode delle tradizioni locali. Il sentiero prosegue fino al caratteristico villaggio di Muggio (661 m), per poi raggiungere la Chiesa di San Giovanni Battista da Tür, circondata da bellissimi terrazzamenti che offrono un’oasi di tranquillità nel verde. Continuando, si arriva al prato Turro dell’Alpe. Da qui il percorso attraversa boschi e il nucleo di Casima, per poi ridiscendere nel fondovalle e tornare a Bruzella.
Abenteuer an der ursprünglichen Sense Nr. 2243
Zollhaus — Plaffeien, Dorf • FR

Abenteuer an der ursprünglichen Sense

Die Warme Sense hat ihren Ursprung im Freiburger Schwarzsee, die Kalte Sense im Berner Gantrischseeli. Bei Zollhaus vereinen sie sich und fliessen als Sense weiter. Von hier aus folgt ihr diese Wanderung talauswärts bis nach Plaffeien. Die Sense gehört zu den ursprünglichsten Gewässern nördlich der Alpen und ist ein ungestümer Fluss. Bei Gewittern kann sie mächtig Wasser führen. Äste und ganze Bäume, Kies und Steine, sogar Felsblöcke transportiert sie dann und lagert sie flussabwärts ab. Sie war darum früher eine wichtige Ressource für die Leute aus der Region, die hier Brenn- und Baumaterial fanden und natürlich auch Nahrung: Fische und Frösche. Heute ist die Sense geschützt. Sie ist ihrer natürlichen Dynamik überlassen. Diese Wanderung verläuft am Senseufer entlang und meistens im Wald. Ab Rufenen wird das Flussbett sehr breit, die Sense fliesst verästelt. Hier gibt es Zustiege zum Bachbett. Wer sich dort aufhält, sollte auf aufziehende Gewitter achten. Weiter flussabwärts hat sich die Sense tief in den Sandstein gefressen. Man sieht sie 20 Meter weiter unten fliessen. In ihrem späteren Lauf, unterhalb von Plaffeien, im unzugänglichen Sensegraben, wird sie dies sogar zwischen bis zu 100 Meter hohen Felsen tun. Auf diesem Wegabschnitt entlang der Sense gibt es stellenweise auch Schotter, den Gletscher und Fluss hinterlassen haben. Es ist instabiles Gelände. Brüch heisst das Gebiet: nomen est omen. Ab und an diktiert es einen Umweg. Statt geradewegs entlang der Sense zum Füllmattli und weiter zum Campingplatz zu gelangen, nimmt man dann den Weg via Fuhra. Weiter folgt diese Wanderung dem Dütschbach aufwärts. Wieder betritt man Wald und trifft nach ein paar Hundert Metern auf einen Wasserfall. Eine Tafel erklärt, wie er durch rückschreitende Erosion gebildet wurde. Der letzte Kilometer Weg führt über Wiesen und Weiden zum Dorf Plaffeien. Der Kirchturm weist den Weg.
Ursprüngliche und kultivierte Natur Nr. 2246
Dardagny, château — Satigny • GE

Ursprüngliche und kultivierte Natur

Das ländliche Genf überrascht mit seiner Vielfalt. Rebberge wechseln sich mit Feldern und schattigen Tälern ab, wie etwa auf der Wanderung von Dardagny nach Satigny. Diese beginnt gleich nach dem prächtigen Schloss – Sitz der Gemeindeverwaltung von Dardagny – mit einem Abschnitt auf Hartbelag durch den westlichsten der Genfer Weinberge. Unterwegs schweift der Blick über mit Rebstöcken bedeckte Hügel bis zum Salève und zur Jurakette. Nach einigen Schritten auf der Strasse Richtung Essertines führt auf Höhe der Bushaltestelle ein Pfad – Vorsicht: bei Nässe Rutschgefahr – in ein hübsches Tobel, gegraben vom Roulave. Der fröhlich plätschernde Bach schlängelt sich durch eine üppige Vegetation und mündet schliesslich in den Allondon. Dessen Tal ist eine Auenlandschaft von nationaler Bedeutung und ein Naturschutzgebiet. Weiter geht es dem bewaldeten Ufer des Allondon entlang, wo sich immer wieder schöne Plätzchen für eine Rast anbieten. Tafeln geben Auskunft über die lokale Tier- und Pflanzenwelt und darüber, wie man sie beobachten kann, ohne sie zu stören. Nächste Zwischenziele sind die – nur von aussen zu besichtigende – kleine, gegen 1300 erbaute Kapelle von Malval und das Naturzentrum mit interessanten Informationen zur Ökologie des Vallon de l’Allondon. Nach dem Passieren des kantonalen Campingplatzes windet sich der Weg durch das Waldgebiet der Grands Bois, mal am Ufer des Allondon, mal etwas darüber, bis zu Le Moulin Fabry. Ab hier prägen Felder die Landschaft, und auf einer asphaltierten Strasse wird Choully erreicht, ein Weiler über den malerischen Weinbergen von Satigny. Bald danach endet die Wanderung im Geschäftsviertel rund um den Bahnhof mit seinen modernen Gebäuden.
Vom Ägerisee hinauf zu den Hochmooren Nr. 2245
Unterägeri, Zentrum • ZG

Vom Ägerisee hinauf zu den Hochmooren

Die Wanderung beginnt im Dorf Unterägeri, am westlichen Ende des Ägerisees. Einst gab es hier bis zu zwölf Kinderkurheime mit rund 600 Feriengästen, die für einige Wochen oder gar Monate zur Kur kamen. Besonders der Südhang bot ideale Bedingungen für sogenannte Frischluft-Liegekuren für Tuberkulosekranke und Kinder mit Anämie, Lungen-, Brustfell- und Herzerkrankungen. Diese Rundtour führt dem Nordhang entgegen. Zunächst verläuft der Wanderweg über ein etwas längeres Stück Hartbelag aus dem Dorf hinaus bis Bergmatt. Kurz vor dem Bergwald findet sich eine erste hübsche Feuerstelle mit Blick auf den See. Unmittelbar dem Ufer entlang geht es nun auf einem gut gepflegten Waldweg bis nach Naas. Wenn man möchte, kann man die Wanderung auch erst hier starten, indem man von Unterägeri das Kursschiff bis Naas nimmt (wird nur saisonal angefahren). Nun beginnt der Anstieg: Am Campingplatz vorbei führt der Weg ein kurzes Stück dem Nasbach entlang. Bei der ersten Abzweigung wird der gelb markierte Wanderweg zugunsten des rot-weiss markierten Bergwanderwegs verlassen. Auf der Rapperenflue bietet sich ein erster phänomenaler Ausblick über den blauen Teppich des Ägerisees. Kurz darauf erreicht man das Flachmoor Sod und eine weitere Feuerstelle. Beim nächsten Wegweiser wandert man Richtung Brandhöchi weiter. Kaum ist man beim Punkt Rossallmig angekommen, wartet schon das nächste Flachmoor – eine vielfältige Landschaft mit Gehölzgruppen, Sumpfdotterblumenwiesen und Waldrändern. Die Alp wird traditionell im Sommer beweidet, wovon die stark gefährdete Gefleckte Keulenschrecke profitiert, die nur an sehr wenigen Orten im Ägerital vorkommt. Die Alpwirtschaft Brandalp lädt zur Rast ein und erfreut mit köstlichem Lebkuchen. Der höchste Punkt der Wanderung, die Brandhöchi auf 1127 Meter über Meer, ist erreicht. Ein relativ steiler Abstieg folgt. Kurz nachdem der Wald verlassen ist, bietet sich eine grossartige Aussicht auf die Berge des Zuger Oberlands sowie den Ägerisee. An ruhigen Höfen und blumigen Wiesen vorbei geht es hinunter ins Ägerital. Das letzte Wegstück führt nochmals über Hartbelag. Entlang des Alpenpanoramawegs Nummer 3 gelangt man wieder ins Dorf.
Auf dem Uferweg zum Baselbieter Hardwald Nr. 2244
Kaiseraugst — Birsfelden, Hard • BL

Auf dem Uferweg zum Baselbieter Hardwald

Der Wald bietet Erholungsraum, spendet Schatten, reinigt die Luft und ist der Lebensraum vieler Arten. Diese Funktionen zu erfüllen, wird mit der zunehmenden Trockenheit und den steigenden Temperaturen immer schwieriger – der Wald ist gestresst. Auch der Hardwald zwischen Muttenz und Birsfelden leidet seit 2018 unter erheblichen Trockenschäden. Die grüne Insel – umringt von Industrie, Rhein und Autostrasse – ist das Ziel dieser stadtnahen Wanderung. Im Hardwald kann beobachtet werden, was unternommen wird, damit auch künftige Generationen den Wald geniessen können. Auf einer Versuchsfläche hat der Forstbetrieb sogenannte zukunftsfähige Baumarten gepflanzt. Anhand dieser Testpflanzung untersucht die Eidgenössische Forschungsanstalt für Wald, Schnee und Landschaft WSL während 30 bis 50 Jahren, wie die Bäume mit dem sich ändernden Klima zurechtkommen. Wer selbst begutachten möchte, wie die jungen Pflänzchen gedeihen, und den Waldbesuch mit einer Uferwanderung kombinieren will, macht sich in Kaiseraugst in Richtung Basel auf den Weg. Gleich zu Beginn, wenige Minuten vom Bahnhof entfernt, ist das Gemäuer des Kastells Kaiseraugst mitten im Quartier zu bestaunen. Es zählt zu den wichtigsten heute noch sichtbaren Baudenkmälern der römischen Koloniestadt Augusta Raurica. Von der Schifflände Kaiseraugst führt der Uferweg auf einem schmalen, grünen Gürtel in Richtung Basel. Vorbei an Bootsstegen, blühenden Promenaden und via Wasserkraftwerk Augst entlang von Fischer- und Ferienhäuschen und durch bewaldete Abschnitte. Bei Schweizerhalle weicht die Natur den Kränen und Industriearealen, bis nach einem kurzen Abschnitt an der Hauptstrasse die Abzweigung in den Hardwald folgt, wo die Jungpflanzen langsam, aber stetig zu einer neuen Generation Wald heranwachsen.
Auf Wespensuche an der Südrampe Nr. 2242
Hohtenn • VS

Auf Wespensuche an der Südrampe

In der Schweiz gibt es rund 8800 Wespenarten, die grosse Mehrheit sieht ganz anders aus als die bekannte Deutsche Wespe mit ihren gelb-schwarzen Streifen. Einige ähneln einer Fruchtfliege, sind zum Teil millimeterklein und meist nicht gelb. Wespen sind damit die artenreichste Insektengruppe der Schweiz. Auf dieser Rundwanderung können viele der Arten recht einfach beobachtet werden. Ebenso sind Schmetterlinge und Heuschrecken zahlreich. Das Klima an der Walliser Südrampe ist trocken, die Sonne scheint oft und intensiv – das lieben die Wespen. Für uns Menschen heisst das, uns zu schützen oder frühmorgens zu starten, denn der Weg verläuft oft an der Sonne. Früh aufstehen passt auch, da die Insekten am Morgen noch etwas ruhiger unterwegs sind. Die Wanderung beginnt unterhalb des Bahnhofs. Der Weg unterquert etwas westlich davon die Geleise und steigt sofort an. Beim ersten Kreuz bei Punkt 1149 hat es nicht allzu steile Felsplatten, ein Mäuerchen und kleine Grasstücke, die für gefahrenfreies Beobachten sorgen. Am besten sucht man an sandigen und felsigen Stellen und verhält sich ruhig und geduldig. Im Juni/Juli kann man einige parasitische Wespen bei der Paarung beobachten, einige Wochen später beim Bau von Löchern im Sand; darin verstecken sie ihre Beutetiere – zum Beispiel Spinnen oder Fliegen –, auf die sie ihre Eier legen. Die Larven ernähren sich schliesslich von ihrem Wirtstier, bevor dieses stirbt. Nach dem Beobachten folgt der steile Aufstieg, der in Ladu für ein Picknick unterbrochen werden kann. Es geht weiter steil bergauf, dafür immer mehr auch im schattigen Wald, bis dann auf der Spilbielalpji der höchste Punkt erreicht ist. Belohnt wird man dabei immer wieder mit einem weitreichenden Panorama ins Rhonetal und auf die Walliser Alpen. Der Abstieg verläuft dann über Tatz – wie Ladu ein hübscher kleiner Weiler mit Kapelle und Brunnen. Zum Schluss passiert der Weg den Lüegilchi-Graben; an den steilen Stellen ist Aufmerksamkeit gefordert. Bald ist das Bahntrassee erreicht, nun ist es nicht mehr weit zum Bahnhof.
Filigrane Gäste an den Gastlosen Nr. 2241
Abländschen, Jaungrund • BE

Filigrane Gäste an den Gastlosen

Nicht umsonst werden die Gastlosen zuweilen als Saanenländer Dolomiten bezeichnet. Wie eine überdimensionale Zahnreihe ragen bis zu 300 Meter hohe, schier senkrechte Felswände in den Himmel im Grenzgebiet der Kantone Bern, Freiburg und Waadt. Es ist eine zauberhafte Landschaft mit wunderbaren Alpweiden und Bergwiesen, auf denen es bei schönem Sommerwetter nur so summt und brummt. Die Rundwanderung startet und endet bei der Postautohaltestelle «Abländschen, Jaungrund». Der Weg führt stetig bergan über Weiden bis zum ersten Etappenziel, dem Obere Ruedersberg. Kurz hinter der Alp ist ein Autoparkplatz mitsamt WC-Kabine eingerichtet, den vor allem Kletternde gern nutzen. Der Weg führt nun kurz einem Bergbach entlang, an dessen Ufer der Schlangenknöterich und andere feuchteliebende Pflanzen wachsen. Am besten zieht man zwischen Ende Mai und Ende August an einem sonnigen und nicht allzu windigen Tag los. Bei solchen Bedingungen fliegen nämlich entlang des Wegs Dutzende Schmetterlinge mit ihren filigranen Flügelchen von Blüte zu Blüte. Dann wird es steiniger, und ein ruppiger, kurzer Anstieg führt bis an den Fuss der Wandflue. Wer Glück hat, kann hier den Apollofalter finden, der mit seinen roten Augenflecken auf den weissen Flügeln unverwechselbar ist. Über eine steile Alpwiese und durch ein kleines Waldstück geht es der Wand entlang immer weiter aufwärts. Das Panorama – Richtung Süden zum Grischbachtal und gegen Osten Richtung Simmental – ist beeindruckend. Dann ist der Anstieg geschafft: Flach führt der Weg nun teilweise über Kalkschutt bis zu Wolfs Ort, einem Übergang zur Freiburger Seite der Gastlosen. Diese Wanderung bleibt auf der Berner Seite, führt im Zickzack hinab in Richtung Oberi Bire am Venners Chöpfli und danach ungefähr einen Kilometer auf einer asphaltierten Strasse wieder zurück in Richtung Obere Ruedersberg. Der Weg zum Postauto ist nun derselbe wie am Anfang der Wanderung.
Auf Käfersafari oberhalb von Welschenrohr Nr. 2240
Herbetswil, Wolfsschlucht — Welschenrohr, Zentrum • SO

Auf Käfersafari oberhalb von Welschenrohr

Von den insgesamt 30 000 bis 40 000 in der Schweiz bekannten Insektenarten zählen etwa 6500 zu den Käfern, die eine wichtige Rolle im Ökosystem spielen. Die meisten von ihnen sind Zersetzer, verwerten also organische Abfälle – zum Beispiel totes Holz – und geben sie als Humus in den Naturkreislauf zurück. In einem Naturwald oberhalb der Wolfsschlucht, wo ein Brand im Herbst 2023 fast sechs Hektar Wald verwüstet hat, läuft derzeit auf Initiative der Solothurner Behörden ein Forschungsprojekt über diese Insekten. Auf einer Wanderung durch die Gegend lassen sich am Wegrand bei genauem Hinsehen denn auch nicht nur verschiedenste Käfer, sondern auch einige der von den Wissenschaftlerinnen und Wissenschaftlern platzierten Fallen entdecken. Ausgangspunkt der Route ist die Bushaltestelle «Herbetswil, Wolfsschlucht», gleich neben dem Eingang zur grünen Talenge. Der Weg führt sofort recht steil hinauf bis zur Krete der Schlucht. Bei der Gabelung geht es nach rechts und, auf nun nur noch leicht ansteigendem Terrain, weiter durch den Wald. Auf der Höhe von Tufftbrunnen biegt man erneut rechts ab und schlägt den Weg in Richtung Vorder Brandberg ein – das verbrannte Waldstück und das Forschungsgebiet befinden sich direkt unterhalb vom Punkt 975. Nach dem Überqueren der angenehmen Krete bis nach Vorder Brandberg führt der nächste Abschnitt durch Wiesen und Wälder auf die Obere Tannmatt. Von hier aus ist es nicht mehr weit bis zum höchsten Punkt der Wanderung, der von einem Wegkreuz überragt wird. Nach der schmucken Kapelle bei Mieschegg beginnt der Abstieg, mal zwischen Bäumen, mal unter freiem Himmel, zum Hinter Brandberg. Die gleichnamige Bergwirtschaft ist ideal für einen letzten Halt, bevor es, zuerst durch den Wald und danach über mehrere Felder, hinab nach Welschenrohr und zur dortigen Busstation geht.
Im Land der Heuschrecken von Jeizinen Nr. 2239
Gampel, Dorf — Jeizinen • VS

Im Land der Heuschrecken von Jeizinen

Wer gern einmal einen Tag lang Heuschrecken beobachten möchte, ist auf dem Aufstieg von Gampel nach Jeizinen genau richtig. Schon auf den ersten paar Metern kreucht und fleucht es hier im Sommer. «Heugümper» springen jedes Mal weg, wenn man den Schuh aufsetzt. Und wer genau hinschaut, sieht, dass sie beim Weghüpfen ihre roten und blauen Flügel öffnen. Es sind Blauflügelige und Rotflügelige Ödlandschrecken. Oder Italienische Schönschrecken mit rötlichen Flügeln bzw. Blauflügelige Sandschrecken. Sie fühlen sich wohl auf der trockenen, spärlich bewachsenen Sonnseite des Rhonetals. Und sie sind mit ihrem Hellgrau, ihrem Grau, ihrem Hellbraun oder ihrer Sandfarbe gut getarnt. Werden sie trotzdem entdeckt, zeigen sie beim Fliehen ihre Flügel und lenken den Angreifer ab. Das Beobachten braucht viel Zeit, und so sind die vielen Höhenmeter gut aufgeteilt auf einige Stunden. Guter Sonnenschutz ist essenziell: Insekten lieben wolkenlosen Himmel. Um sie einfacher zu beobachten, geht man besser früh am Tag los, da sind sie noch träge. Von der Bushaltestelle «Gampel, Dorf» wandert man dem Rosenkranzweg mit seinen Wegkreuzen entlang. Recht bald beginnt der Weg zu steigen und arbeitet sich in vielen Kehren in die Höhe. Erst durch eine Felslandschaft, bald etwas schattiger durch den Wald. Bei Jeizibärg warten ein Bänkli und ein Brunnen für eine Pause, bevor man bei Oberi Zälg Trockenwiesen passiert. Auch hier gibt es viele Heuschrecken und andere Insekten zu beobachten. Schliesslich erreicht man Jeizinen, wo ein kühles Getränk wartet, bevor man ins Seilbähnlein steigt, das einen wieder runter nach Gampel bringt.
Neue Natur im Seebachtal Nr. 2237
Nussbaumen TG, Schulhaus — Kartause Ittingen • TG

Neue Natur im Seebachtal

Nicht weit vom westlichsten Ende des Bodensees entfernt, liegt das thurgauische Seebachtal. Nach der letzten Eiszeit bildete sich hier hinter einer Endmoräne ein mehrere Kilometer langer See. Durch eine künstliche Absenkung des Seespiegels entstanden die heutigen drei Seen: der Nussbommer-, der Hüttwiiler- und der Hasesee. Die Wanderung durch das Seebachtal verbindet Kulturlandschaft, Naturschutz und Geschichte und sorgt so für eine abwechslungsreiche Tour. An den südwärts ausgerichteten Hängen bei Nussbaumen TG breiten sich Rebberge aus, die hier die Sonne optimal einfangen. Für Naturfreunde und Vogelbeobachterinnen ist die Strecke entlang des Nussbommer- und des Hüttwiilersees besonders lohnend. Seit 1995 wurden hier etwa 70 Hektaren Land renaturiert – zu Feuchtgebieten, Tümpeln, Brachen, Trockenwiesen und Hecken. Mehr als 170 verschiedene Vogelarten wurden hier schon gesichtet, und mehr als 50 Arten ziehen in diesem Ökosystem auch ihre Jungen auf. Zu den wertvollsten Sichtungen gehören der Neuntöter und die Rohrammer. Von einem Beobachtungsturm am Ostende des Hüttwiilersees kann man zwischen Anfang Mai und Anfang August Flussseeschwalben beobachten. Sie brüten auf künstlichen, mit Kies und Sand bedeckten Flossen. Die schnittigen Vögel, die im Frühling viele Tausend Kilometer von Afrika bis hierher fliegen, waren in den 1950er-Jahren in der Schweiz beinahe ausgestorben. Am Ende der Wanderung wartet ein geschichtlicher Höhepunkt – die Kartause Ittingen. Die Herren von Ittingen, die hier vom 8. bis zum 12. Jahrhundert ihre Burg hatten, richteten 1150 ein Chorherrenstift ein. 1461 haben dann die Kartäuser die Anlage übernommen. Heute ist die Kartause ein Kultur- und Seminarzentrum; im Restaurant oder im Garten lässt es sich wunderbar auf das nächste Postauto warten.
Zum tauchenden Singvogel an die Sihl Nr. 2236
Sihlbrugg, Dorf — Langnau-Gattikon • ZH

Zum tauchenden Singvogel an die Sihl

Sie kann tauchen, bevor sie fliegen lernt, holt sich ihre Nahrung – Insektenlarven, kleine Krebse und auch mal einen Fisch – aus dem Fluss, brütet an dunklen Orten über dem fliessenden Wasser und huscht bei Flucht unter die Wasseroberfläche. Die Wasseramsel ist ganz und gar mit dem Wasser verbunden und ist der einzige Singvogel in der Schweiz, der fliegen und tauchen kann. Die Wanderung der Sihl entlang, von Sihlbrugg zum Bahnhof Langnau-Gattikon, ist bestens geeignet, um die Wasseramsel zu beobachten. Der schön angelegte Weg verläuft oft nahe oder direkt am Ufer. Wenig idyllisch ist einzig der Ausgangspunkt der Tour in Sihlbrugg Dorf. Strassen, Industriebauten und Autolärm dominieren. Zwanzig Wanderminuten muss man durchhalten, dann übernehmen der Wald, die vielen blumenübersäten Magerwiesen und die Sihl mit ihrer wildromantischen Flusslandschaft. Gewiss – die Strasse durchs Sihltal und die Hochspannungsleitung sind da. Stören tun beide aber nicht: zu laut rauscht der Fluss, zu viel gibt es zu entdecken. Die vielen Seitenbäche etwa, die munter plätschernd der Sihl entgegeneilen. Oder der Bärlauch, der im lichten Wald üppig wächst und mit weissen Blüten die Hänge überzieht. Nach drei Viertel der Tour trifft man auf einen kleinen Campingplatz, der gerne auch Wanderer zu einem Zvieri empfängt. Viel über die Natur um die Sihl zu erfahren gibt es im wenig später auftauchenden Besucherzentrum des Wildnisparks Zürich, einem Naturerlebnispark von nationaler Bedeutung. Die riesigen Laubwälder im Sihlwald werden seit Jahren nicht mehr bewirtschaftet, was eine einmalige Waldlandschaft geschaffen hat. Natürlich fehlen auch Infotafeln zur Wasseramsel und Beobachtungspunkte nicht. Wer den flinken Vogel bis hier noch nicht erspäht hat: jetzt ist dazu die letzte Gelegenheit. Bis zum Bahnhof Langnau-Gattikon grüsst der Fluss aus der Ferne, dafür erfreuen im Frühjahr blühende Weissdornsträucher das Wanderherz.
Primavera sul Monte Generoso Nr. 2235
Bellavista — Bruzella • TI

Primavera sul Monte Generoso

Prima che gli alberi del Monte Generoso si rivestano di foglie, i boschi regalano uno spettacolo di colori nei toni del marrone e del grigio: tronco accanto a tronco, si estendono a centinaia, creando una prospettiva infinita. Le chiome sopra di essi si contorcono verso il cielo come fiamme formando, in cima, un labirinto di rametti. Eppure, i raggi del sole riescono a filtrare, illuminando direttamente il tappeto di foglie secche, il cui caldo marrone risplende in modo suggestivo. L'escursione inizia dalla stazione intermedia della ferrovia a cremagliera al Monte Generoso. Dopo un caffè di partenza al Buffet Bellavista, un sentiero nel bosco scende fino a una radura: chi desidera arrivare alla vigilia può pernottare qui, nella Tiny House Momò Bellavista, una piccola casa con finestre sul cielo stellato. Da qui, si prosegue a sinistra fino a raggiungere l’alpe Cascina d’Armirone. Un tempo qui si trovava un’attività alpestre con ristorante; oggi rimane solo l’Oratorio di Santa Maria Vergine Assunta, con la sua facciata decorata da un motivo a losanghe colorate. Attraverso un sentiero boschivo e una stradina, si passa per l’Alpe di Castello fino a raggiungere Muggiasca, dove un sentiero nel bosco scende ripido nella Valle dei Pascoli. Camminando tra gli alberi e accanto a ruderi di vecchie case, ci si imbatte in una nevèra, una costruzione circolare in pietra, interrata per due terzi. In primavera i contadini riempivano queste strutture con neve, così da poter conservare latte e formaggi al fresco per tutta l’estate. Dall’Alpe di Germania, il percorso prosegue con una discesa ripida verso Turro, dove la primavera ha già preso possesso del paesaggio: tutto diventa sempre più verde. Poco dopo, sulla sponda opposta della valle, si intravede Cabbio e si arriva al grazioso villaggio di Casima. Da qui si scende fino in fondo alla valle e si attraversa il torrente Breggia, prima di risalire verso Bruzella. Chi ha ancora energia, può fare una breve deviazione lungo un’antica mulattiera verso il Mulino di Bruzella. Il vecchio mulino, ancora funzionante, è aperto da aprile a ottobre.
Sulle tracce della storia attraverso la Mesolcina Nr. 2234
Roveredo GR, Centro — Grono, Paese • GR

Sulle tracce della storia attraverso la Mesolcina

Dalla fermata dell’autopostale Roveredo Centro, si svolta a destra nella direzione di marcia dopo il sottopassaggio e ci si ritrova in una verde radura, dove un tempo l’autostrada attraversava il paese. A destra dell’Hotel Stazione, la stradina Scalinàda di Scòl si arrampica sul pendio e, passando accanto alla scuola, offre delle splendide vedute sulla frazione San Fedee, dove l’Hotel Santana si è scelto una posizione incantevole. Proprio di fronte, si trova un’idilliaca selva castanile con panchine, un sentiero per passeggiare e il Grotto Zendralli. Poco più in alto sulla sinistra, la Gardelina porta in pochi passi alla chiesa di Sant’Anna – un luogo perfetto da fotografare all’imbocco della Val Traversagna, grazie ai due ponti in pietra ad arco e all’antica casa dei pellegrini. Proseguendo oltre la chiesa, alla successiva biforcazione si tiene la destra, seguendo i cartelli per Torre Boggiano. Da qui, il percorso attraversa prima un’altra selva castanile per poi inerpicarsi, sempre più ripido, nel bosco. Gli abitanti dei Rustici superiori hanno asfaltato il sentiero, tanto che non è raro incontrare ciclisti lungo il tragitto. Al cartello indicante la Torre di Bogian, si svolta a sinistra nel sentiero che conduce a una grande radura con i resti della torre. Da qui si apre un panorama spettacolare su tutta la Mesolcina e sulla Riviera ticinese. Dopo un breve tratto, si torna indietro fino all’ultima biforcazione e si segue il sentiero panoramico che si addentra ancora un po’ nella valle, prima di scendere nuovamente sul percorso principale. Giunti al parcheggio sopra la chiesa, si imbocca il sentiero escursionistico a destra che passa accanto al romantico e selvaggio Grotto Gardelina, per poi arrivare in località Provée dove si incontra il fiume Moesa. Da qui, si cammina sempre lungo il corso del fiume in direzione nord-est. Presto si passa sotto l’autostrada, che però non compromette la bellezza del paesaggio fluviale. Il sentiero sale brevemente sul pendio fino a raggiungere alcune capanne nascoste, per poi ridiscendere verso il fiume. Superato il distributore di corrente, si prosegue lungo una stradina che attraversa ampi prati fino al ponte sulla Moesa e al villaggio di Grono.
Spielend wandern ins Herz von St. Gallen Nr. 2233
Notkersegg — St. Gallen, Bahnhof • SG

Spielend wandern ins Herz von St. Gallen

Mit dieser kurzen Familientour erwandert man sich die Stadt St. Gallen Schritt für Schritt und stösst immer mehr vom beruhigenden Grün in die bewegte Stadt vor. Sie beginnt mit einer kurzen Fahrt mit dem «Appenzeller Bähnli» nach Notkersegg, wo die Kirche des gleichnamigen Klosters besucht werden kann. Hoch über der Stadt geht es von hier in Richtung von Drei Weieren, das bald erreicht ist. Bei zwei Weihern befinden sich Badis, entsprechend viele Leute hat es hier an schönen Wochenenden im Sommer. Im Frühling aber hält es sich in Grenzen. Zwischen Bueben- und Mannenweier biegt der Weg ab, am Milchhüsli, das kleine Snacks anbietet, vorbei und auf einem Pfad steil hinauf auf den Freudenberg. Der Aufstieg lohnt sich: Gegen Norden sieht man St. Gallen und den Bodensee, gegen Südosten den Säntis. Und man kann hier oben an mehreren Stellen bräteln. Beim Abstieg Richtung St. Georgen erreicht man das Gebiet des St. Galler Spielwegs mit dem Namen «Berneggwald». Hier finden neugierige Kinder viele Spielideen, aufgeschrieben auf Metalltafeln. Diese müssen manchmal etwas gesucht werden, meist stehen sie aber bei Spiel- oder Sportplätzen. Auf spielweg.ch können die exakten Standorte nachgeschaut werden. Nach ausgiebigem Spiel geht es durch die Mülenenschlucht hinunter – oder mit der Standseilbahn Mühlegg. Wild schiesst die Steinach in die Tiefe – kaum zu glauben, dass nur wenige Meter weiter unten die Altstadt liegt. Diese beginnt gleich mit der Stiftsbibliothek und dem ehemaligen Benediktinerkloster. Hier können auch wieder Posten des Spielwegs aufgesucht werden, bevor man sich dann Richtung Bahnhof aufmacht. Die Wanderung kann ganzjährig unternommen werden. Im Winter ist allerdings die Mülenenschlucht gesperrt, es empfiehlt sich, die Bahn oder einen anderen Fussweg zu nehmen.
Dem Rotsee und der Reuss entlang Nr. 2232
Luzern, Maihof — Luzern • LU

Dem Rotsee und der Reuss entlang

Wer Luzern hört, denkt vielleicht als Erstes an das schweizweit bekannte Verkehrshaus, an die mondäne Seepromenade am Vierwaldstättersee oder an die hübsche Altstadt. Nichts davon begegnet uns auf dieser Stadtwanderung. Stattdessen besucht man ein wertvolles Brutgebiet für einheimische Vögel, spaziert durch ein renaturiertes Gebiet im Rahmen des Labels «Grünstadt Schweiz», spürt die Ruhe auf dem fünftgrössten Friedhof der Schweiz und geniesst die Aussicht vom Gütsch. Die Stadtwanderung beginnt bei der Bushaltestelle Luzern, Maihof. In wenigen Schritten ist das Ufer des Rotsees erreicht. Der zweieinhalb Kilometer lange See eignet sich ausgezeichnet als Regattastrecke, weshalb hier jährlich der Ruder-Weltcup stattfindet. Entlang des Seeufers, das zum Naturschutzgebiet gehört, geht es weiter in Richtung Westen. Wer verweilen möchte, kann auf einer der zahlreichen Sitzbänke Platz nehmen. Dank einer cleveren Wanderwegführung kann die verkehrsreiche Sedelstrasse umgangen werden, und bald schon befindet man sich an der Seite des Reuss-Rotsee-Kanals mitten in einem naturnah gestalteten Vorstadtgebiet. Nach Schrebergärten und einer Fischzucht erreicht man den Friedhof Friedental, von wo sich einerseits ein Blick zurück auf den Rotsee, andererseits ein Ausblick auf den Pilatus bietet. Am Hirschpark vorbei führt die Stadtwanderung hinunter zur Reuss. Auf den nächsten Metern ist die Urbanität stark zu spüren. Wer ihr noch einmal entfliehen möchte, legt einen Abstecher auf den Gütsch ein – entweder, indem man dem Gütschweg folgt, oder indem man die kleine Standseilbahn nimmt. Beim Château Gütsch angekommen, erwartet einen eine prächtige Aussicht auf die Stadt und das Seebecken, im Hintergrund die Königin der Berge, die Rigi. Die Route führt ein letztes Mal in erholsame Stadtnatur, nämlich in den Gütschwald, bevor sie dann via Bruchquartier, vorbei an Jesuitenkirche, Stadttheater und Kapellbrücke, am Bahnhof endet.